Scala H0



Nei primi anni del secolo scorso le K.P.E.V., le ferrovie Prussiane, dovevano risolvere il grosso problema della trazione dei pesanti treni minerari nella Slesia, regione montuosa tra Polonia, Germania dell'est e Cecoslovacchia. Per un primo periodo questo traffico venne gestito con macchine elettriche noleggiate dalle Ferrovie tedesche centrali, poi, giudicando positivi i risultati ottenuti, commissionarono ai loro ingegneri un progetto specifico per la costruzione di macchine particolarmente adatte, per sforzo di trazione e per potenza, a permettere di passare dalle antiquate macchine a vapore alle nuove macchine elettriche.

La tortuosita' delle linee della Slesia consigliarono i progettisti di approcciare il problema con macchine suddivise in piu' sezioni, in modo da garantire una iscrizione piu' facile nelle strette curve di quelle linee. La mancanza di esperienza specifica orientò gli ingegneri a tentare varie soluzioni, infatti furono tre i progetti che avrebbero dovuto essere messi a confronto, la EG 538-549, quella di cui ci occupiamo in questa pagina, unica delle tre divisa in tre sezioni con rodiggio B+B+B e trasmissione a bielle con un grosso motore per ognuno dei tre carri, quindi con tre motori totali; un secondo tipo diviso in due sezioni con rodiggio C+C, sempre con trasmissione a bielle, che poi fu la E.90.5, con due motori per carro, quindi con quattro motori totali e, infine, una terza variante, ancora suddivisa in due sezioni con rodiggio C+C, come la E.90.5, ma con trasmissione a mezzo di ruote dentate con un motore dedicato per ogni asse, quindi con sei motori totali, che divento' la E.92.7 (ecco qui un Link per chi volesse confrontare anche visivamente gli schemi delle tre locomotive)

Alla luce di ciò, per cominciare, ordinarono 20 nuove locomotive elettriche monofasi del primo tipo sopra descritto.
L'ordinazione fu fatta nel 1913 dalla K.P.E.V. (Königliche Preußische Eisenbahn Verwaltung) a Linke-Hofmann-Werke Breslau per la parte meccanica e a Siemens-Schuckert-Werke per quella elettrica. Queste locomotive avrebbero dovuto essere consegnate entro il 1915, ma, a causa dello scoppio della Grande Guerra e del conseguente sforzo bellico a cui dovettero sottoporsi tutte le industrie, le consegne di queste macchine procedettero al rallentatore, tanto che solo la prima, la EG.538abc, fu consegnata nel rispetto dei tempi, mentre le altre, oltre a subire un taglio di 8 unita' rispetto all'ordinazione iniziale, furono consegnate negli anni successivi alla guerra, dal 1918 al 1922.

Qui noi ci occuperemo della prima di queste locomotive, la mastodontica e inconsueta EG 538/549 abc, in particolare delle macchine di serie, costruite dopo i primi due prototipi che differivano per alcuni particolari che cambiava un po' l'aspetto degli avancorpi.

Locomotiva Elettrica monofase 15 kV
EG 541-549

Come abbiamo gia' accennato, fin da subito risulto' chiaro che per ottenere buone prestazioni, queste macchine avrebbero dovuto avere un adeguato numero di assi motori e, possibilmente, che tutto il peso della locomotiva fosse anche aderente. In ottemperanza a cio', queste macchine furono dotate di ben sei assi motori, suddivisi su tre carri a due assi ciascuno, ognuno di questi dotato di un grosso motore che azionava un asse cieco a sua volta collegato, tramite bielle, ai due assi motori di ogni sezione. Uno schema semplice e funzionale con il 100% di peso aderente che, con la potenza totale istallata di 1020kW, garantiva il traino di un treno da 1200 tonnellate su pendenze dello 0,6% alla velocita' di 20 Km/h oppure di un treno da 500 tonnellate su pendenze del 2%.

In ottemperanza ai dettami estetici dell'epoca, che privilegiavano la funzione sull'apparenza, queste macchine si presentavano con due avancorpi di forma assolutamente squadrata, costruiti completamente in lamiera di acciaio dalle dimensioni enormi, che ospitavano i due grandi trasformatori ad olio della potenza di 800 kW ciascuno, piu' una cassa centrale che fungeva, oltreche' da doppia cabina di guida, anche da bagagliaio, ragione per la quale era molto ampia e dotata di portelloni laterali scorrevoli. Le pareti di questa porzione centrale, a differenza degli avancorpi, erano costruite in legno che, lucido e verniciato com'era, le era valso il soprannome che recitava all'incirca "il mobile-carrozza" ("Möbelwagen"), intendendo per "mobile" il tipico mobile di casa e non il fatto che fosse semovente. Nonostante il loro aspetto, svolsero onorevolmente il compito che era stato loro affidato e lavorarono fino all'inizio dlla seconda guerra mondiale per concludere la loro vita operativa nel 1943 quando fu alienata la E.91.40, ultima unita' rimasta in servizio.

Il prototipo di Locomodel ritratto in questa pagina si riferisce ad una delle macchine di serie in versione di origine che, diversamente delle prime due costruite, presentavano la differenza di livello tra i due semitetti degli avancorpi piu' accentuata, proprio come desiderato dalla comunità degli appassionati tedeschi, scelta espressa in occasione della presentazione di questo stesso modello un anno prima, ma in scala N. Effettivamente, in questa versione, la macchina assume un aspetto ancora piu' imponente e massiccio, se mai ce ne fosse stato bisogno.

Ogni modello, pur essendo predisposto per ospitare un motore per ogni carro, in origine presenta solo il carro centrale motorizzato in quanto un motore che lavori su due assi dotati di ruote con anello gommato, garantisce una forza di trazione anche superiore a quella del prototipo originale che, ricordiamo, disponeva solo di 1020 Kw. I due carri di estremità captano la tensione dai binari, garantendo così una doppia sicurezza di captazione e nessuna incertezza di marcia.

Locomodel cedera' questo modello esclusivamente in scatola di montaggio, ma proprio in virtù di questa consapevolezza, la costruzione è stata resa il più semplice possibile e a prova di errore, con pieghe presegnate ed incastri precisi per ogni componente. Anche la trasmissione, che qualche modellista potrebbe temere, si compone di pochi e semplici componenti da piegare e incastrare facilmente nella corretta posizione. Ecco rappresentato qui sotto il contenuto del Kit.

NOTA IMPORTANTE: In aiuto di chi si dovesse cimentare nella sua costruzione, oltre ad alcune viste assonometriche dei suoi componenti incluse nel kit, ho messo in linea una pagina web speciale che spiega passo-passo ogni momento del montaggio, dall'inizio alla fine. Questa pagina speciale è all'indirizzo: http://www.rotaie.it/New%20Pages/CostruzioneE_91_3Passo-Passo.html . Questo modello cercherà di riappacificare il modellista con le scatole di montaggio.

Presentato alla Spielwarenmesse di Norimberga, questo modello ha potuto godere anche dell'arte fotografica di Thomas Albrecht (AMB Design) che mi ha fatto dono di una splendida foto di questo modello con una caratteristica ambientazione e una qualità stupefacente, la macchina è la stessa della foto vista sopra, ma la qualità dell'immagine è ben diversa; eccola qui sotto:

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