Scala N



Nel 1919 la trazione trifase in Italia era ormai una certezza; aveva superato i problemi della giovinezza e la sua affidabilità stava diventando sempre più consolidata. In questo quadro decisamente positivo, le FS, forti dell'esperienza accumulata in più di dieci anni, pensavano di staccarsi dalla sudditanza ungherese, sia tecnologica che di brevetti, progettando in proprio delle nuove macchine sia per il traino di treni merci sia per quelli passeggeri.

Fu appunto in questo scenario che l'ingegner Kalman Kando, il "deus ex machina" della trazione trifase fino ad allora, temendo di essere messo da parte e quindi di non essere coinvolto in questo nuovo sviluppo delle FS, fece una mossa a sorpresa, concedendo ad una azienda italiana, la Società Anonima Ing. Nicola Romeo, di Saronno, in seguito C.E.M.S.A., l'utilizzo dei nuovi brevetti ungheresi che, teoricamente, avrebbero reso obsoleti gli schemi tradizionali che le FS si accingevano a mettere in atto di li a poco. Assieme a questa mossa, l'ing. Kando portò con se' in Italia un progetto nuovissimo, pieno di caratteristiche innovative. Queste nuove macchine sarebbero state le E 552 e le E 333, la prima a ruote piccole e la seconda a ruote grandi. Innanzittutto stupiva il loro aspetto, infatti queste nuove macchine erano asimmetriche, in quanto avevano la cabina di guida da un lato e il corpo macchina lungo e sottile che percorreva tutta la locomotiva fino all'altro lato, permettendo così l'esistenza di due praticabili sui due lati, provvisti di ringhiera di sicurezza, lunghi quanto la locomotiva, dai quali era facile e sicuro ispezionare i vari apparati, grazie al gran numero di sportelli di cui erano dotate. Questa soluzione, oltre ad aver alleggerito parecchio questa locomotiva che aveva una massa di sole 72 ton., aveva permesso di rendere più sicura la cabina di guda, potendola liberare, con questa nuova disposizione, delle apparecchiature ad alta tensione ed in particolare dell'interruttore/invertitore in olio che qualche volta era scoppiato ustionando seriamente i macchinisti. Il reostato a liquido si trovava dal lato opposto rispetto alla cabina e i motori e tutte le apparecchiature all'interno del corpo centrale.


Locomotiva Elettrica trifase
E.552

La prima di queste macchine fu consegnata nel 1922, la loro potenza era di 1600 kW e grazie ad una nuova soluzione elettromeccanica che poteva variare i poli da 8 a 12, con collegamenti in cascata e in parallelo, aveva la possibilità di garantire ben quattro velocità di regime, 16,5 - 25 - 33 e 50 Km/h. Era un bel passo avanti rispetto alle sole due velocità delle macchine precedenti, un risultato che non lasciava spazio alla concorrenza; la teoria, però, non risultò soddisfacente nella pratica, a causa di una scarsa coppia nelle due velocità con i motori in cascata. A dire il vero anche altre cose non seguirono le aspettative, come l'inversione automatica del ruolo primario/secondario dei motori nel collegamento in cascata; questa caratteristica era stata introdotta da Kando per non sovraccaricare sempre lo stesso motore, visto che quello che fungeva da primario veniva sollecitato molto più del secondario, quindi ad ogni inversione di marcia venivano invertiti i ruoli dei due motori. Nella pratica questa è stata una delle prime cose che vennero eliminate, semplificando così di molto l'impianto elettrico. Molte altre caratteristiche peculiari di questo intelligente progetto, negli anni, vennero eliminate, semplificando questa macchina a tal punto che alla fine aveva a disposizione solo la velocità di 16,5 Km/h, per cui tutto il gruppo, non essendo più adatto all'accoppiamento con le altre macchine che disponevano delle due velocità di 25 e 50 Km/h, venne dirottato su altri servizi, infatti venne intensamente utilizzato per la manovra pesante nel porto di Genova e negli scali di Rivarolo L., Terralba e Campasso dove operarono fino a che non venne cambiata l'elettrificazione delle linee, con l'adozione dei 3000 V in continua, negli anni '50.

E' interessante notare che le prime due macchine consegnate disponevano di un biellismo particolare con un cinematismo brevettato dallo stesso ing. Kando, mentre le 13 macchine seguenti montavano cinematismi con le più tradizionali e conosciute bielle a "V". Ecco qui di seguito una foto che ritrae una di queste due prime macchine con il loro strano e complicato biellismo. Ma non temete, ho già predisposto le lastre in modo che si possa realizzare questo modello indifferentemente con l'uno o l'altro dei due tipi diversi di biellismo.

Non posso negare che questa è la macchina italiana trifase che ho sempre amato di più; nulla conta se il suo successo tecnico può non aver centrato le speranze di Kando, comunque in essa sono state concentrate talmente tante raffinatezze tecniche e talmente tante innovazioni che non si può negarle il grande apporto tecnico che ha significato anche per il futuro della trazione trifase, tant'è che molte delle sue caratteristiche sono state poi riprese dai tecnici italiani per progettare le due "superstar" della trazione trifase, il E 554 e il E 432; inoltre mi ha sempre intrigato per la sua estetica unica e innovativa. Se ho dato la precedenza a E 554, E 432 e E 550, è stato solo per rispetto al valore e alla storia di queste altre macchine, ma il mio segreto amore è sempre stato per la E 552.

Per Locomodel è giunto quindi il momento di presentare questo piccolo gioiello agli appassionati; quello che potete vedere più sotto è il prototipo di questo modello, realizzato con l'ottica di controllare che tutte le sue componenti siano corrette ed in linea con gli standard Locomodel. Naturalmente molte piccole modifiche sono state apportate al disegno originale, modifiche anche piccole, qualcuna piccolissima, di un decimo di mm o anche meno, ma tutte indispensabili per ottenere ciò che ritengo sia il massimo ottenibile in questa scala piccolissima.

Naturalmente anche la E 552 condivide, con le altre macchine trifasi di Locomodel, quell'idea del perfetto meccanismo realizzato con un'anima in ottone massiccio fresato con macchine a controllo numerico. Questa meccanica, come già dimostrato con le altre macchine trifasi, da vita ad un meccanismo perfetto, d'altronde non potrebbe essere diversamente dovendosi misurare con la bellezza di cinque assi accoppiati, piu' due alberi ciechi ...

... ed ecco qui sotto, finalmente, il primo modello realizzato che è già in grado di restituire moltissimo della bellezza della locomotiva originale... manca ancora di qualche particolare, di qualche sportello, di qualche maniglietta, qualcosa lo potevo realizzare meglio, come la bombatura del tetto della cabina, colpa della fretta e delle fiere incombenti, ma sono veramente soddisfatto di questo primo risultato

Com'e' ovvio e verificabile fin dal primo sguardo, nulla di questo modello (come nessun altro di Locomodel) deriva dalla produzione commerciale, e tutto, dal pantografo ai ceppi dei freni, e' frutto di costruzione integrale. La E.552 sara' realizzata in pochissimi esemplari, solo su ordinazione e andra' a completare un mosaico che, nel tempo, comprendera' tutto il parco di macchine trifasi più significative delle FS; ecco qui sotto una foto del prototipo della E.552, questa volta visto dall'altro lato..

 

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